FILT/CGIL  -  FIT/CISL  -  UIL Trasporti  -  OR.S.A. Ferrovie  -  FAST Ferrovie  -  UGL A.F.

 

Roma, 19 dicembre  2006

On. Enrico Letta

Presidenza Consiglio dei Ministri

 

On. Alessandro Bianchi

Ministro Trasporti

 

On. Cesare Damiano

Ministro del Lavoro

 

On. Antonio Di Pietro

Ministro Infrastrutture

 

On. Pierluigi Bersani

Ministro Sviluppo Economico

 

p.c.    On. Meta Michele Pompeo

Presidente IX Commissione Trasporti

Camera dei Deputati

 

Sen. Anna Donati

Presidente VIII Commissione Lavori Pubblici e comunicazione

Senato della Repubblica

 

Imprese ferroviarie

 

 

Oggetto: trasporto ferroviario, risorse e  regolazione del settore

 

 

Il superamento della crisi FS

 

            Gli interventi previsti dalla Legge Finanziaria, nel settore ferroviario, compensano in parte la situazione di grave definanziamento ereditata dal precedente  Governo, i trasferimenti previsti e le possibilità riconosciute al Gruppo FS di realizzare  le condizioni per garantire la continuità degli investimenti nell’infrastruttura mettono al riparo il trasporto ferroviario dal rischio di chiusura dei cantieri sul sistema AV/AC e sulla rete tradizionale, anche se rimangono situazioni rilevanti di carenza di risorse finanziarie.

 

            Per quanto riguarda la parte di interventi relativi ai contratti di servizio e di programma riconosce al Gruppo FS una quota importante delle spettanze tagliate negli anni precedenti, anche se non corrispondenti alle necessità.

 

            L’azienda FS deve essere messa in condizioni di superare la crisi in atto per favorire la predisposizione di un piano di impresa in grado di puntare allo sviluppo anche attraverso un’adeguata politica di investimenti nel materiale rotabile,  insieme al necessario risanamento e all’eliminazione degli sprechi ereditati dalla precedente gestione.

 

            Per il Sindacato la crisi di FS non può essere usata per mettere in discussione l’unicità del Gruppo FS.    

 

            Nello stesso tempo la crisi non può essere usata  per mettere in discussione le tutele,  le condizioni di occupazione e di reddito dei lavoratori.

 

            Ferma restando l’unitarietà del Gruppo FS, le Organizzazioni Sindacali considerano utile al buon funzionamento del sistema di regolazione della concorrenza e di gestione dei rapporti con le diverse imprese presenti sulla rete ferroviaria nazionale, la costituzione di un Ente terzo, al quale conferire le competenze unificate sulla materia.

 

 

Programmazione e regolazione

 

            I primi interventi del Governo, assolutamente indispensabili in una situazione di gravissima crisi del settore, ma non risolutivi, richiedono una ripresa dell’azione di regolazione del sistema dei trasporti e di sviluppo del trasporto ferroviario.

 

            Dopo lunghi anni di abbandono della politica di programmazione nel settore dei trasporti e di tagli di risorse, la situazione si presenta estremamente critica.

 

            Le gravi difficoltà riguardano l’intero settore dei trasporti e, per l’evidente interdipendenza dei diversi settori del comparto, rappresentano un pesante freno allo sviluppo e alla qualità della vita dei cittadini.

 

            Il trasporto ferroviario è segnato in tutti i suoi segmenti di attività (trasporto medio e lunga distanza, trasporto regionale e trasporto merci),  da una persistente e irrisolta crisi di offerte a fronte di una domanda crescente e largamente insoddisfatta.

 

            Dentro la necessità di agire per garantire all’intero comparto dei trasporti una adeguata politica di programmazione e di regolazione, il trasporto ferroviario può e deve rappresentare l’intervento fondamentale di riequilibrio modale per il trasporto delle persone e delle merci.

 

            Le Segreterie Nazionali ritengono necessario e urgente che il Governo intervenga nel settore ferroviario, all’interno di una politica dei trasporti intesa al riequilibrio del sistema agendo prioritariamente sui problemi legati alla programmazione e regolazione e  sulla crisi di FS.

 

            L’intervento di programmazione e di regolazione deve riconoscere l’obiettivo del riequilibrio modale e dello sviluppo delle modalità di trasporto di ordine superiore, per sicurezza, costi per la collettività e impatto ambientale.

 

            Il trasporto ferroviario delle persone in ambito regionale è in grandissima difficoltà rispetto alla pressione della domanda, in particolare nell’ambito  delle grandi aree metropolitane.

 

            La risposta attuale in termini di quantità e qualità è fortemente condizionata dalle ridotte capacità dell’infrastruttura che resterà insufficiente fino al completamento delle linee AV/AC che consentiranno di alleggerire  il traffico sulle linee tradizionali e finché non saranno completati gli interventi sui nodi.

 

            In questo fondamentale settore è necessario sostenere gli investimenti favorendo il completamento delle opere avviate sulle linee AV/AC e sulla rete tradizionale.

 

            Il completamento delle nuove linee AV/AC può consentire lo sviluppo del trasporto media e lunga percorrenza, ponendo il sistema ferroviario al centro della mobilità tra le principali città italiane,  in  alternativa alle altre modalità individuali e collettive.

 

            Per quanto riguarda il trasporto delle merci, la situazione italiana rimane disastrosamente squilibrata a favore del trasporto su gomma, più costoso, più inquinante,  meno sicuro e fonte di elevatissimi costi indiretti per la collettività.

 

            Bisogna incentivare lo sviluppo di un adeguato sistema logistico e degli interporti, favorire l’intermodalità e mettere in atto   una politica di sostegno al trasporto ferroviario verso i porti del nostro paese.

 

            La crisi del trasporto ferroviario deve essere affrontata e risolta anche attraverso modalità di regolazione del mercato diverse da quelle attualmente in vigore.

 

            Il trasporto ferroviario nazionale è da tempo liberalizzato, in anticipo rispetto alle scadenze dell’UE.

 

            Nel trasporto merci agiscono diverse imprese private concorrenti che, per le caratteristiche del settore e per l’assenza di vincoli di reciprocità, sono quasi tutte controllate dalle grandi aziende nazionali europee (la DB tedesca, la SBB svizzera e presto la SNCF francese).

           

            Nel trasporto passeggeri su media e lunga distanza le nuove linee potranno rappresentare l’avvio della concorrenza, sempre con le attuali regole che hanno dimostrato la loro inadeguatezza.

           

            Nel trasporto regionale, la legislazione nazionale e regionale, a partire dai Decreti Legislativi 422/97 e 400/99, si  è  rivelata insufficiente e ormai la necessità di una diversa regolazione è riconosciuta da tutti.

 

            Il protocollo sottoscritto con il Governo il giorno 14 dicembre in occasione del  rinnovo del contratto del Trasporto Pubblico Locale, che riconosce la necessità di  una revisione dei rapporti tra Stato centrale, Regioni ed Enti Locali in tema di regole e risorse, può rappresentare  l’occasione per avviare un confronto più generale sulla necessità di nuove regole.

 

La tutela del lavoro

 

            Le scelte di privatizzazione  e di liberalizzazione, che hanno investito molti settori dei trasporti, non hanno prodotto miglioramenti nella qualità del servizio, la crisi dell’offerta si à spesso aggravata e la concorrenza si è principalmente sviluppata sul contenimento del costo del lavoro.

 

            Anche nel trasporto ferroviario, a fronte delle scelte del sindacato di accompagnare i processi di liberalizzazione con la sottoscrizione del Contratto delle Attività Ferroviarie, con Confindustria e con alcune aziende del settore, le condizioni di tutela contrattuale si  sono dimostrate insufficienti per la mancanza di una regola generale di clausole sociali che deve  accompagnare i processi in atto.

 

            Le nuove aziende applicano i più diversi contratti, fino al limite della legge con i contratti individuali  a forma collettiva.

 

            Le  Organizzazioni Sindacali si apprestano a presentare la piattaforma per il rinnovo normativo del Contratto delle Attività Ferroviarie, confermandone la sua valenza e  con l’obiettivo di realizzare uno strumento di tutela del lavoro nel cambiamento in atto.

 

Considerato lo sviluppo dei processi di liberalizzazione, il nuovo Contratto, inserito nel sistema  di regolazione del mercato è assolutamente indispensabile. 

 

La richiesta sindacale di un contratto in grado di tutelare l’insieme del lavoro nel settore e di clausole sociali è sostenuta dall’esigenza di superare i processi di dumping sociale messi in atto dalle modalità con le quali attualmente le diverse imprese ferroviarie agiscono in mancanza di regole a seguito dei processi di liberalizzazione.

 

Tutto ciò ha prodotto rapporti di lavoro, nelle nuove aziende nate dopo la liberalizzazione,   basati sul dumping contrattuale.

 

            La lotta alla precarietà del  lavoro che caratterizza il programma e l’azione  del Governo deve trovare la sua traduzione concreta anche in un settore che registra problemi crescenti e sempre più gravi che, considerate le caratteristiche del trasporto ferroviario, possono avere conseguenze sulla sicurezza del trasporto e sulla sicurezza del lavoro.

 

            Un tavolo di confronto è necessario.

 

            Le Segreterie Nazionali Filt, Fit, Uilt, Fast, Ugl e Orsa chiedono pertanto al Governo la convocazione di un tavolo congiunto con le rappresentanze sociali, le imprese e le Regioni al fine di consentire una discussione che porti ad un condiviso sistema di regole per il trasporto ferroviario.