LETTERA APERTA

Roma, 31 marzo 2006                                           

Prot. N. 0049/SG/OR.S.A.

 

Amministratore Delegato FS Holding

Ing. Elio Catania

Piazza della Croce Rossa n. 1.

ROMA

 

 

Oggetto: licenziamento del macchinista Dante De Angelis.

 Con la presente, la scrivente organizzazione sindacale contesta e censura la condotta adottata da FS, che, a mezzo posta elettronica, tramite l’indirizzo mittente di “comunicazioneinterna@ferroviedellostato.it“ ha inviato al proprio personale dipendente una missiva colma di imprecisioni ed omissioni.

A questa rispondiamo con “lettera aperta”; così che possa risultare equamente rappresentato e diffuso il nostro punto di vista in proposito.

Il comportamento aziendale, questo sì veramente equivoco, contribuisce da un lato a creare diffidenza nei lavoratori FS verso i vertici aziendali, dall’altro alimenta le convinzioni di chi ritiene che l’atto di licenziamento del macchinista Dante De Angelis sia frutto di un intento meramente intimidatorio nei confronti dei lavoratori che “chiedono” maggior sicurezza per se stessi, per i colleghi, per la collettività che utilizza il treno come mezzo di trasporto.

Oltre al metodo, palesemente scorretto sotto un profilo di elementare correttezza nelle Relazioni Industriali, e fors’anche configurabile come condotta antisindacale, la missiva “dimentica” di precisare che il VACMA (o Uomo Morto) è stato ritenuto da autorevoli studi di medicina del lavoro (condotti dai Prof. Bergamaschi, Bagnara, Costa,), da numerose ASL (Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, ecc.), dalla Conferenza Stato-Regioni, uno strumento non soltanto inutile, ma dannoso e pregiudizievole per la sicurezza della circolazione ferroviaria.

Un lavoratore è tenuto per legge – lo prevede un atto con forza e valore di legge come il Decreto legislativo 626/94 – a pena di sanzione di natura penale, a “non compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che ... possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori”.

Ancor di più un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, quale è il macchinista Dante De Angelis – altra affermazione falsa contenuta nella “letterina” inviata al personale FS, che nega tale qualificazione – non poteva, né doveva prestare un’attività ormai ritenuta dai menzionati, consolidati pareri, tale da creare una situazione di pericolo. In questa logica  il macchinista Dante De Angelis, nell’occasione cui ci si riferisce, ha cercato nella Polfer una protezione dalle “pressioni” aziendali.

La missiva aziendale sottolinea poi una presunta attenzione ed i conseguenti accordi sottoscritti dall’Impresa ferroviaria per la sicurezza. E’ proprio qui il nocciolo del problema: nonostante tre accordi, a distanza di un anno dal primo, il Vacma-Uomo Morto ancora è oggi attivo sui mezzi di trazione e non è disconnettibile dai sistemi di sicurezza. E’ una delle tante inadempienze di FS che rimarranno senza responsabile e per le quali nessuno pagherà.

Al macchinista Dante De Angelis invece si ritiene di poter far pagare, senza alcuno scrupolo di coscienza e senso di giustizia, tutte le inefficienze di una organizzazione Societaria, che ha richiesto oltre un’ora di tempo, per la sostituzione del macchinista ad opera del superiore diretto, ancorchè in contrasto con i regolamenti in vigore.

Per non tacere dell’immunità goduta, sotto il profilo delle responsabilità, da chi ha determinato, con colpa ascrivibile alla più palese delle negligenze ed imperizie, la soppressione di centinaia di treni in occasione dell’entrata in vigore dello scorso nuovo orario dei treni. Sono inefficienze che ancora permangono e che sono, anche queste, alla base della nostra azione di sciopero del 5 aprile p.v..

Tutto questo senza voler analizzare nel dettaglio, in questa sede, l’ingiustizia del provvedimento, viziato sia sotto il profilo procedurale che nel merito.

A Lei, dunque, a tutti i lavoratori delle Società del Gruppo FS,  agli utenti del servizio pubblico ferroviario, che avranno l’opportunità e la premura di leggere la presente, evidenziamo l’utilizzo distorto del potere disciplinare, di cui FS si è resa “responsabile”, colpendo il rappresentante della sicurezza, macchinista Dante De Angelis, che con il suo operato, non ha fatto altro che chiedere quello che i lavoratori e la collettività che si serve del vettore ferroviario chiedono: sicurezza.

La nostra azione di sciopero per il 5 aprile, dunque, ritenuta inopinatamente “grave” dalla citata missiva aziendale, è diretta a fare in modo che l’esigenza di sicurezza del trasporto ferroviario tanto forte nella collettività e nei ferrovieri, trovi nei comportamenti aziendali un concreto  riscontro. In tale medesima logica va collocato il comportamento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Dante De Angelis, che per questo riteniamo debba essere reintegrato nel suo posto di lavoro.

Si porgono distinti saluti. 

Il Segretario Generale

  (Armando Romeo)