FILT/CGIL  -   FIT/CISL   -  UIL Trasporti   -   OR.S.A. Ferrovie   -   FAST Ferrovie  -  UGL A.F.

Segreterie Nazionali

 

  

Roma, 05/10/05

 

Ing.Elio Catania

Amministratore Delegato  FS S.p.A.

 

Dott. Francesco Forlenza

Direttore Generale di Gruppo

 Risorse Umane  FS S.p.A

 

Ing. Roberto Testore

Amministratore Delegato Trenitalia

 

Ing. Mauro Moretti

Amministratore Delegato RFI

 

Ing. Ugo Guelfi

                                                                     Amministratore Delegato Ferservizi

 

Ing. Riccardo Bonasso

      Amministratore Delegato Italferr

            

 

 

Le Segreterie Nazionali  FILT-CGIL, FIT-CISL, UILT-UIL,  FAST-Ferrovie, UGL-AF, ORSA Ferrovie hanno denunciato, in più occasioni, la gravità della situazione che si registra nel Gruppo FS.

 

La categoria ha espresso il proprio dissenso anche con iniziative sindacali e chiesto interventi atti a rendere meno  precario ed incerto il futuro del lavoro dei ferrovieri.

 

Le difficoltà nascono anche dall’assenza di interventi da parte del Governo e del Parlamento a sostegno del trasporto ferroviario e da una liberalizzazione priva di un adeguato sistema di regole.

 

Le  azioni messe in campo da  FS sono largamente insufficienti e,  a giudizio delle scriventi, non sembrano in grado di arrestare una  tendenza che registra un progressivo deterioramento.

 

I ferrovieri avvertono quotidianamente il degrado della situazione e chiedono alle Organizzazioni Sindacali  iniziative incisive atte a modificare lo stato delle cose.

 

L’allarme tra i lavoratori trae origine dai fatti: i treni vanno male, la regolarità, la qualità dell’offerta sono messe a dura prova, l’estate appena trascorsa è stata caratterizzata da gravi disservizi sulla puntualità dei treni e sulla pulizia, con l’attenzione negativa dell’opinione pubblica.

 

A poco servono le iniziative promozionali  e di immagine,  in assenza di concreti interventi correttivi.

 

La vertenza avviata all’inizio del 2005, con al centro le questioni fondamentali del futuro produttivo del Gruppo, della sicurezza e delle condizioni occupazionali e del reddito, ha prodotto l’accordo del 23 giugno

 

Le Organizzazioni Sindacali, dopo la presentazione di generiche linee di piano di impresa,  sono ancora in attesa di conoscere con quali piani industriali e di sviluppo, con quali investimenti, il Gruppo FS intende realmente affrontare i settori in crisi come il trasporto merci e fattivamente rispondere all’esigenza di miglioramento  del servizio nel settore passeggeri.

 

Per quanto riguarda gli obblighi contrattuali, che fanno parte degli accordi sottoscritti, la situazione si presenta altrettanto grave.

 

La carenza di personale viene in  piccola parte compensata con l’utilizzo anomalo del lavoro straordinario e con  il ricorso  a forme di lavoro precario che, in contrasto con il contratto collettivo, non rappresentano minimamente le risposte che una grande azienda di servizi dovrebbe dare sul tema dell’occupazione.

 

La qualità, la regolarità e in molti casi la stessa sicurezza dell’esercizio nel sistema ferroviario si fanno prioritariamente con un sufficiente numero di addetti, con la programmazione di assunzioni con contenuti professionali adeguati, con gli aggiornamenti necessari.

 

In questo senso la fase della precarizzazione e delle esternalizzazioni del lavoro deve  essere chiusa  in fretta  se si vogliono limitare i danni.

 

Troppi  esempi si potrebbero fare (personale degli equipaggi, assistenza, call center, ecc.): tutti indicano che si è scelta la strada che non risolve i problemi ma  li accentua.

 

Rimangono aperte e si aggravano in tutte le Società del Gruppo le questioni legate all’organizzazione del lavoro, sottoposta a continue e contraddittorie modifiche senza alcun confronto e delle interpretazioni unilaterali delle norme contrattuali che sono state  oggetto di vertenze, di negoziato e di accordi, ultimo quello del 23 giugno, al quale FS non ha fatto seguito con risposte sulle questioni fondamentali.

 

Grandi ritardi, in particolare, si registrano nell’applicazione dell’ intesa relativa ai sistemi Vacma e SCMT e le note del Direttore Generale RU   e di Trenitalia  del 19 settembre u.s.,   non hanno dato risposta esaustiva ai problemi aperti  (disconnessione VACMA/SCMT, blocco dell’ingegnerizzazione pedale, condivisione degli interventi connessi alla sicurezza sui mezzi di trazione).

 

La tensione che questi ritardi produce tra i ferrovieri è molto elevata,  trattandosi anche  di mancata applicazione di accordi sottoscritti.

 

Per le ragioni  esposte, le Segreterie Nazionali chiedono all’Amministratore Delegato e ai vertici del Gruppo risposte immediate e concreti segnali di cambiamento.

 

Diversamente sarà necessario riprendere la mobilitazione della categoria, a sostegno di rivendicazioni che traggono piena legittimazione dalla necessità di tutelare l’occupazione,  il reddito,  l’organizzazione del lavoro  e dal diritto a vedere rispettati gli impegni e gli accordi sottoscritti.

 

                                                                                             

 

Distinti saluti.

Le Segreterie Nazionali