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Vertici Alitalia: ritorno alla barbarie La solita, ottusa e controproducente prepotenza dovuta probabilmente all’incapacità di gestire le relazioni sindacali con indole e comportamenti democratici, è alla base della recente vicenda che ha coinvolto il sindacato di base in Alitalia. Si tratta di una condotta aziendale censurabile sotto tutti i profili, che utilizza ricatti e violenze per sedare e reprimere la critica ed il dissenso sindacale.
Certo in tale comportamento i “metodi” dell’Ing. Cimoli, purtroppo a noi ferrovieri fin troppo noti, si avvantaggiano di un assetto normativo che espone i lavoratori e le organizzazioni sindacali ( in particolare quelle di base) alle vessazioni che oggi in Alitalia, ma prima e dopo in altri contesti, mirano ad indebolire le capacità di rivendicazione attraverso la privazione dei diritti sindacali. Tale squilibrio impedisce peraltro al processo dialettico e democratico di pervenire ad una necessaria situazione di sintesi ed equilibrio concretamente accettabile.
Così in tale contesto, che limita il diritto di sciopero dei lavoratori, i vertici Alitalia possono impunemente consentirsi, in carenza di una legge sulla rappresentatività, di “eliminare” un sindacato dissenziente, ancorchè rappresentativo di un gran numero di lavoratori di quell’impresa.
É il caos che favorisce l’arbitrio e la prevaricazione: la mancanza di una legge sulla rappresentanza sindacale idonea a rendere effettiva quella libertà sindacale costituzionalmente garantita. Chissà se l’Ing. Cimoli & Company pagheranno mai alla collettività i danni che con la loro incapacità hanno cagionato; per l’intanto, come sempre nel nostro Paese, a pagare sono i lavoratori e le organizzazioni sindacali di base, “troppo” vicine ai lavoratori ma anche troppo lontane dai centri del potere e per questo facilmente vulnerabili in un quadro d’impunita prepotenza.
L’OR.S.A. ferrovie, organizzazione autonoma e di base, esprime solidarietà ai lavoratori dell’Alitalia ed al Sulta.
Roma, 23 agosto 2005 La Segreteria Generale
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