Roma, 12 ottobre 2004

Prot.n. ° 218/SG/OR.S.A.

 

On. Presidente del Consiglio Dei Ministri

       Silvio Berlusconi

 

On. Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

        Ing. Pietro Lunardi

 

On. Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

       Avv. Roberto Maroni

 

      p.c.
    
Amministratore Delegato Gruppo FS S.p.A.

          Ing. Elio Catania

      

 

Oggetto: Vertenza Ferrovie

 

 

La liberalizzazione del trasporto ferroviario è ormai entrata nella fase cruciale in cui i cambiamenti indotti dall’apertura del mercato diventano realtà concreta.

 

Da anni sosteniamo la necessità di una regolazione contrattuale del lavoro univoca per il comparto ferroviario e a partire dal Patto sulle politiche di concertazione e sulle nuove regole sindacali per la trasformazione e l’integrazione europea del sistema dei trasporti (c.d. “Patto delle Regole” del 23.12.1998) che impegna in questo senso tutte le parti sociali (Governo, Associazioni Imprenditoriali e Organizzazioni Sindacali) abbiamo messo al centro della nostra azione sindacale questo obiettivo.

 

Su questa materia abbiamo sottoscritto impegni formali sia con il precedente che con l’attuale Governo, impegni che però sino ad ora non si sono tradotti in atti concreti.

 

La vicenda Alitalia dimostra come una liberalizzazione non governata da regole univoche per il lavoro porti a un inasprimento della conflittualità e ad uno scadimento del servizio offerto ai cittadini a cui poi si aggiungono i costi per la collettività per fronteggiare le situazioni di crisi.

 

Se la stessa situazione dovesse ripetersi nel trasporto ferroviario, anche solo per il numero degli utilizzatori del servizio e dei lavoratori coinvolti, avrebbe sicuramente implicazioni ancora più negative per la collettività, vanificando inoltre lo sforzo straordinario che il nostro paese sta facendo con gli investimenti nelle infrastrutture ferroviarie.

 

Già oggi nel trasporto ferroviario merci siamo di fronte ad un fenomeno di colonizzazione in cui gli ex monopolisti (l’ex in molti casi è solo formale) di altri paesi europei (SBB, DB, SNCF) prendono il controllo azionario delle nuove imprese ferroviarie e utilizzando il dumping contrattuale unito all’assenza di obblighi di servizio sociale aggrediscono i segmenti più remunerativi mettendo la compagnia ferroviaria nazionale (Trenitalia) in una condizione di crescente difficoltà.

 

Nel trasporto locale, con l’avvio in alcune regioni delle procedure di gara, si sta verificando una situazione analoga con l’aggravante che le stesse regioni nell’emanazione delle norme che regolano il subentro dell’impresa vincitrice della gara d’appalto rendono strutturale l’ipotesi di imprese in cui si applicano contemporaneamente contratti di lavoro diversi sia sul piano economico che su quello normativo creando così una condizione di sicura criticità gestionale e mettendo le imprese nell’impossibilità di quantificare seriamente i costi di gestione (la situazione della società Metronapoli è sicuramente un esempio di tutto ciò). In una condizione di sottofinanziamento del TPL (i contributi pubblici sono fermi ai valori del 1997) la partecipazione alla gara d’appalto della regione Veneto della sola Trenitalia è indicativa del fatto che le nuove imprese ferroviarie parteciperanno solo a quelle gare in cui esistono i margini di remunerazione economica (volumi di passeggeri) lasciando all’ex monopolista tutto il carico del c.d. “servizio sociale”.

 

Nel trasporto passeggeri di media e lunga distanza è facile immaginare che con l’apertura delle nuove tratte AV/AC (la Roma–Napoli entro fine 2005) che renderanno disponibili nuove tracce orarie sugli itinerari oggi saturi ( Milano-Roma-Napoli) si riprodurrà la medesima situazione di cui sopra.

 

Si rende quindi ormai indifferibile un intervento di regolazione contrattuale del lavoro nel comparto ferroviario liberalizzato, che deve avvenire (a nostro avviso) rendendo obbligatoria l’applicazione del CCNL delle Attività Ferroviarie per tutte le imprese che svolgono o svolgeranno attività di trasporto ferroviario sulla rete nazionale. Senza un intervento di questo tipo, di competenza dell’autorità di governo, il settore ferroviario è destinato ad una situazione di estrema instabilità e di conflittualità, in cui l’attuale compagnia ferroviaria nazionale (Trenitalia) rischia di vedersi sottrarre le quote più importanti del trasporto ferroviario rimanendo a gestire solo il c.d. “servizio sociale” con un inevitabile aggravio dei costi per la collettività.

 

Riteniamo che, nonostante il ritardo, vi siano ancora i tempi per un intervento di regolazione del comparto con la definizione di un pacchetto di “Clausole Sociali” che introducano oltre alla norma di un unico CCNL di comparto le tutele occupazionali e salariali utili a sostenere e ad agevolare la trasformazione e la modernizzazione del settore del trasporto ferroviario che è di vitale importanza per lo sviluppo del Paese.

 

Sempre in questa logica riteniamo assolutamente necessaria per l’intero Gruppo FS la conferma dell’assetto di azienda unitaria e integrata, che solo attraverso le economie di scala sarà in grado di misurarsi con una concorrenza fatta dalle grandi compagnie ferroviarie europee attraverso il controllo di piccole compagnie ferroviarie che utilizzano deregolamentazione contrattuale, normativa e organizzativa e selettività delle parti più remunerative del mercato del trasporto ferroviario. Il Gruppo FS unitario e integrato può invece garantire, oltre alla necessaria competitività, la necessaria attenzione alla irrinunciabile logica sociale del trasporto ferroviario.

 

Si rende altresì necessario avviare la concreta applicazione degli incentivi al trasporto combinato previsti dalla legge 166/02 e ormai approvati anche in sede UE per dare un efficace sostegno al trasferimento di quote del trasporto merci dalla strada alla rotaia e avviare una fase di espansione del trasporto merci ferroviario che può agevolare il raggiungimento di obiettivi di produttività e riequilibrio del rapporto costi/ricavi.

 

Infine, è necessario e urgente ricondurre a corretta applicazione il dettato dell’art.43 della L .488/99 che ha istituito presso l’INPS il “Fondo pensioni speciale per il personale delle Ferrovie dello Stato S.p.A.” il quale prevede l’iscrizione di tutto il personale della società FS S.p.A. a detto fondo pensioni, ricomprendendo in questo concetto tutto il personale dipendente dalle società del Gruppo F.S. S.p.A ..

 

Invece una recente circolare dell’INPS (la n°124 del 09/08/04) ha disposto che il personale assunto a far data dal 1 aprile 2000 da società costituite per cessione di ramo d’azienda da parte di Ferrovie dello Stato S.p.A. non debba essere iscritto al Fondo speciale per il personale delle Ferrovie dello Stato S.p.A. bensì al F.P.L.D..

 

Questa disposizione, a nostro avviso arbitraria, mette innanzitutto a rischio l’esistenza del fondo in quanto lo stesso diventa un fondo a esaurimento e discrimina il personale assunto a far data dal 1 aprile 2000 nelle società diverse da FS S.pA. (ad esempio Trenitalia S.p.A.) privandolo delle tutele per le lavorazioni usuranti rispetto ai limiti di età ridotti per il pensionamento di vecchiaia e del meccanismo degli aumenti di valutazione dell’anzianità contributiva previsti dal D.lgs. 503/92.

 

Ribadiamo quindi la situazione preoccupante in cui si trova Il Gruppo F.S. S.p.A. e tutto il personale da esso dipendente rispetto a problemi che non appartengono alla contrattazione tra sindacato e impresa, ma sono bensì di pertinenza delle Istituzioni di Governo.

 

Vi è quindi una pressante necessità di un incontro tra le Istituzioni di Governo e il Sindacato, di cui vi chiediamo di farvi promotore, per addivenire a interventi che possano sanare le criticità esposte e dare al trasporto ferroviario del nostro Paese una prospettiva di sviluppo in un clima costruttivo di relazioni sindacali.

 

Nell’ambito del suddetto incontro riteniamo che possa risultare utile un confronto sugli aspetti della Legge Finanziaria 2005 che riguarda il trasporto ferroviario.

 

 

 

Si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.

 

Il Segretario Generale

Armando Romeo