16-ottobre-2004

Spett. Redazione de “Il Normanno”

 

I “PORTOGHESI” SI PRENDONO LO STRETTO

L’ ufficio locale Marittimo di Villa S. Giovanni ha disposto che, dal 15 ottobre 2004 nell’invasatura “zero”, l’unica impegnata esclusivamente da FS per il trasporto del gommato e su cui si alternano a ciclo continuo le 3 navi della flotta, potrà operare anche la società “Amadeus” in distinte fasce orarie di un’ora ciascuno.

 

Logica conseguenza di ciò sarà l’immediato ridimensionamento non solo dell’offerta FS, che negli ultimi tempi aveva raggiunto considerevoli traguardi, ma anche e soprattutto dei livelli occupazionali, non trovando più alcuna giustificazione l’impiego di tutta la flotta , se non addirittura il mantenimento dello stesso servizio con irreparabili danni per l’intera struttura FS. Non è la concorrenza che si vuole evitare e neanche ritagliare nicchie di monopolio in un settore in cui in questi anni si è pur mantenuto l’equilibrio del mercato di traghettamento nello stretto. Quello che ci preme è invece la tutela del lavoro, del rispetto dei contratti , degli standard di sicurezza, minacciati oggi dall’attuale assenza di regole e di comportamento che consente alle aziende di competere su qualsiasi terreno e limita gli spazi delle tutele e delle garanzie per utenti e lavoratori.

 

Come si spiega che la compagnia “Tourist&Caronte” disponga senza limitazione e in assoluto monopolio di 5 approdi a Messina e 4 a Villa S. Giovanni mentre a FS è limitato l’utilizzo dell’unica invasatura a disposizione? Come si giustificano le tabelle d’armamento striminzite dei vettori privati a fronte degli equipaggi numericamente più forniti della flotta ferroviaria? Eppure si tratta di navi similari con stessa qualità di automazione? Da tecnici del settore ci sentiamo di asserire senza timore di smentita che le tabelle d’armamento di FS sono appena sufficienti per ottemperare alle leggi sulla sicurezza marittima. I lavoratori delle compagnie private sono forse più dotati degli altri? Uno di loro  vale due ferrovieri? Oppure la sicurezza dell’utenza non è poi così certa come nelle navi ferroviarie? Approfittando della gentile ospitalità della redazione giriamo queste domande alle capitanerie di porto di Messina e Reggio Calabria.

 

Alle ore 09,00 del “15 ottobre 2004” si è vista l’unità “Athos” battente bandiera maderegna,

dell’ armatore Matacena, operare nell’invasatura “zero” di villa S. Giovanni, ci giunge notizia che l’automazione di bordo sia in, “IAQ2”, nettamente inferiore a quella dei traghetti che attualmente solcano lo stretto, ci auguriamo che a minor tecnologia corrispondano equipaggi più numerosi, ma dalle notizie in possesso ci risulta che la tabella minima d’armamento approvata dallo stato di bandiera sia ben inferiore agli standard in vigore in acque trafficate come quelle dello stretto e, soprattutto, a quelle adottate dalla locale autorità marittima per analogo naviglio. Allora i marittimi di Matacena valgono addirittura il triplo dei ferrovieri? O magari le navi che battono bandiera portoghese  sono esentate dal garantire la sicurezza in acque Italiane? Gradiremmo esauriente risposta dall’autorità marittima e dal ministero dei trasporti. Intanto la privatizzazione selvaggia approda nello stretto e a breve interesserà l’intera realtà del traghettamento che oggi tra FS e privati, impegna circa duemila unità  e nell’immediato potrebbe avallare il disegno di disimpegno delle ferrovie nello stretto, contro cui da anni ci siamo battuti, e che relegherebbe l’impianto di Messina al ruolo di semplice stazione di passaggio.

 

Contro tutto questo chiediamo regole uguali per tutti! Ci rivolgiamo all’autorità marittima, alle forze politiche, ed alle istituzioni chiedendo un segnale concreto, facendo sentire la loro voce ed aumentando le pressioni per sconfiggere  qualsiasi illegalità utile a realizzare il triste progetto di impoverimento della città.

 

 Distinti Saluti                                                                                                              

Delegato Regionale OR.S.A. Navigazione

                                                                                                                                     Mariano Massaro