COMUNICATO STAMPA

9 Gennaio 2004 – ORE 12.00

 

Le vessazioni di FS nei confronti dei ferrovieri che  reclamano sicurezza

 

Tutti ricordiamo la trasmissione televisiva Report, trasmessa dalla Rai lo scorso 7 ottobre 2003, in cui venivano affrontati, con tanto di contraddittorio di FS, le problematiche concernenti la sicurezza del trasporto ferroviario, argomento, evidentemente, di notevole interesse per la collettività, che, anzi, in proposito, va considerata titolare di un vero e proprio diritto, quanto meno all’informazione.

In quella occasione, oltre alle “rivelazioni” proferite dagli “inviati” allo sbaraglio di FS, venivano intervistati anche alcuni ferrovieri, impegnati nello svolgimento del servizio pubblico, coinvolti in modo diretto, ossia in prima persona, dalla tematica “sicurezza”: nell’occasione personale di bordo e di macchina, in particolare.

Per questa loro accentuata e giustificata sensibilità al tema, quei lavoratori esprimevano opinioni ed evidenziavano carenze sul tema, che, in quella stessa sede, FS, ben rappresentata, avrebbe potuto controbattere, ove possibile, efficacemente.

Questo FS, non l’ha fatto.

Non  ha efficacemente controbattuto, come qualsiasi seria impresa – leggi: impresa in cui i dirigenti che sbagliano pagano di tasca propria – avrebbe fatto.

Anzi, in tutta risposta, con un inqualificabile “stile” – che purtroppo la contraddistingue da qualche tempo a questa parte –  ha “denunciato” la trasmissione televisiva, rea di aver divulgato notizie non gradite o scomode, e la Rai, per averla mandata in onda.

Ma, oltre a questo, ha perseguito, attraverso metodi inquisitori ed indagatori degni di altri tempi, che l’immaginario collettivo riteneva ormai superati, i lavoratori che avevano risposto o in qualche modo coinvolti con la suddetta teletrasmissione.

E qui è il paradosso dei paradossi, se così possiamo dire: le “motivazioni” dei “licenziamenti, le quali fanno esplicito riferimento all’aver, quei lavoratori, messo a repentaglio la sicurezza del servizio ferroviario!

Quei lavoratori, che vivono – anzi, vivevano, perché ora licenziati – sulla loro pelle il problema della sicurezza, e che per tal motivo, interpellati, avevano individuato nella trasmissione televisiva un veicolo efficace per esprimere carenze sotto il profilo della sicurezza del lavoro e del servizio ferroviario e per coinvolgere le istituzioni competenti (FS è interamente di proprietà pubblica, del Ministero del Tesoro  e quindi della collettività)  spingendole ad intervenire per porvi rimedio, vengono licenziati.

Ma quale lavoratore, ferroviere in particolare, da oggi, si sentirà in dovere di denunciare le insidie, le carenze sotto il profilo della sicurezza del lavoro (d.lgs. 626/94) e del servizio ferroviario di cui sia testimone o in qualche modo reso partecipe? Quale lavoratore potrà rifiutarsi, come la legge prevede, di svolgere lavorazioni che non vengono effettuate secondo i canoni della sicurezza?

Potrà, anzi “dovrà” in questi casi, rifiutarsi, perché la legge glielo impone; ma resterà sempre sotto la spada di Damocle del licenziamento?

E’ urgente l’intervento delle istituzioni competenti, affinché venga scongiurato il pericolo (oggi purtroppo “danno”) che ai lavoratori possa essere estorto un comportamento, che può rivelarsi pregiudizievole per la propria e per l’altrui incolumità, salute, vita.

Per questo, con ferma convinzione, esprimiamo solidarietà ai colleghi licenziati e avvieremo le opportune iniziative per far si che il buon senso da un lato e soprattutto il senso della civiltà sovrasti e prevalga sulla “violenza”, che, direttamente o indirettamente, chi detiene i poteri in FS, con la forza conferitagli dalle ingenti risorse pubbliche a disposizione, utilizza per piegare chiunque persegua interessi (ancorché collettivi) non condivisi.

(fine comunicato)

La Segreteria Generale