Lettera aperta ai ferrovieri della Divisione Cargo

 

Da qualche giorno (per la precisione dal 21 febbraio u.s.) in taluni impianti è affisso, nelle bacheche, un “volantino” a firma del Direttore della Divisione Cargo, sul tema “attivazione vigilante, sotto le mentite spoglie di lettera ai collaboratori ed ai … collaboratori dei collaboratori.

Come ormai è noto ai più, il vigilante non sarà uno strumento utilizzato nell’attività lavorativa dei Dirigenti, nè dei loro collaboratori.

Eppure, con sommo, ancorché non del tutto inatteso, stupore, leggiamo nel “volantino” un accorato, riconoscente ringraziamento del Direttore, indirizzato ai “fedeli” consiglieri e loro schiere.

Non una parola, un riconoscimento per le uniche, reali ( ancorché, oggi, potenziali) “vittime” di quell’infernale aggeggio, che nella Divisione Cargo, in particolare, sono i macchinisti.

Ciò, nonostante l’esito dell’esame di coscienza, che sembra aver condotto il Sig. Direttore ad un opportuno ravvedimento. Al punto da considerare egli stesso inadeguato quel marchingegno e da sentirsi in obbligo di promettere un sostanziale  cambiamento (entro il mese di aprile p.v.) e miglioramento del Vigilante.

Comunque, il Dirigente, che nella circostanza appare pentito, meglio avrebbe fatto a ringraziare i ferrovieri che, con il loro lavoro continuano a contribuire nel mandare avanti la “barca”, nonostante le imprudenti e talvolta gravi azioni poste in essere dai “fedelissimi” collaboratori e dai collaboratori di questi, e malgrado le intenzioni, più volte palesate dalla dirigenza di Cargo, di inasprire gli orari, i turni e dunque le condizioni di lavoro e di vita dei ferrovieri.

(Sono ancora di questi giorni le iniziative di Cargo che mirano ad aumentare l’orario settimanale della manovra, alla fessurizzazione dei turni e ad altre flessibilità).

Al contrario, nessun ringraziamento viene riservato ai ferrovieri!

Neanche per aver contribuito a dare il loro determinante apporto pur essendo senza contratto di lavoro da oltre tre anni e con salari bloccati da oltre sei: circostanza che pregiudica, anch’essa, le loro condizioni di vita.

Un piccolo, non diciamo ringraziamento, ma, almeno, riconoscimento il Direttore avrebbe dovuto poi rivolgerlo all’OR.S.A. –ferrovie per aver evidenziato i rischi insiti nel c.d. Vigilante sotto il profilo della sicurezza, e di aver dimostrato, perizie mediche alla mano, la pericolosità di tale meccanismo.

Sarebbe bene che in queste cose e negli effetti implicati tutta la dirigenza di Trenitalia ragionasse e meditasse per poter “senza chinare il volto, vedere il cattivo sentiero che sta percorrendo”.

Roma, 26 febbraio 2003

 

La Segreteria Generale