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IL
GIORNO DOPO Il giorno successivo lo sciopero, appare evidente la concreta, reale, consistente entità della adesione dei ferrovieri alla protesta. Questo
al di là dei “numeri” diffusi, more solito, ad arte da FS per
minimizzare l’azione di protesta e dunque affievolire le proprie
responsabilità, dalle quali invece nessuno può plausibilmente esimerla. Il crescente consenso dei ferrovieri per le rivendicazioni contrattuali, è ampiamente dimostrato, anche da esplicite testimonianze dirette portate da osservatori “esterni”. Non soltanto l’utenza, (questa volta ben informata dell’agitazione, a differenza di altre) ma anche osservatori che svolgono la loro attività lavorativa in stretta correlazione con il servizio ferroviario hanno potuto constatare l’alta partecipazione dei ferrovieri allo sciopero(la Polfer di Palermo ha assistito alla soppressione di circa l’80% dei treni a lunga percorrenza, ANSA ore 14.49 del 19 gennaio). Inoltre,
ad esempio, se su linee principali (vedi
la linea adriatica) le notizie stampa riportano che “dalle ore 21.00 di
sabato alle 13.00 di domenica non è circolato alcun treno a lunga
percorrenza”, l’adesione alla protesta da parte del personale delle
biglietterie e dell’assistenza (con punte del 100% anche nei grandi
impianti) si è palesata con inconfutabile evidenza. A
nulla possono dunque valere le scarne e risibili rassicurazioni di FS,
circa il numero di treni (pochi in verità) messi in circolazione durante
lo sciopero. Anzi,
il solo insistere nell’atteggiamento di chi misura l’adesione allo
sciopero in termini di numero di treni circolato, magnificando il
risultato (ancorchè palesemente gonfiato) dell’effettuazione di ben
“quattordici treni in più” rispetto al programmato, mostra in tutta
la sua drammaticità il livello di incongruenza ed insensibilità del
quadro dirigente aziendale nei confronti dell’utenza e dei ferrovieri. In
tale ottica, infatti, in presenza di una protesta che, pur nell’ipotesi
prospettata da FS, ha determinato il 50% di soppressioni di treni a lunga
percorrenza, l’annullamento totale dei treni merci e la forte riduzione
del servizio locale, la dirigenza (per lo meno quella che si compiace di
apparire in televisione per esternare candidamente la propria incapacità),
non trova di meglio che “vantarsi” per aver fatto circolare il
restante 50% dei treni a lunga percorrenza, senza invece porre
alcun cenno alla necessaria autocritica per aver cagionato il disservizio
e senza neanche manifestare l’intento di porvi rimedio. L’OR.S.A.
proseguirà nel suo impegno, confortata dal massiccio sostegno palesato
dai lavoratori per il conseguimento degli obiettivi alla base della
vertenza:necessità di “clausole sociali”, regole sulla sicurezza del
trasporto ferroviario, certezza di applicazione di un unico, vincolante
contratto collettivo di lavoro; conseguimento del dovuto recupero
salariale sulle retribuzioni bloccate da sette anni. Roma,
20 gennaio 2003 La Segreteria Generale |