|
Il Punto sul CCNL §
Il quadro generale:
ü
Dopo la
divisionalizzazione e societarizzazione di Trenitalia e RFI, sono state
assegnate specifiche competenze alla RFI che attualmente svolge la duplice veste
di gestore dell’infrastruttura e di distributore delle tracce orarie,
funzione quest’ultima che potrebbe venire in futuro assegnata ad un
soggetto terzo che potrebbe fungere da autorità per il controllo del sistema di
trasporto ferroviario. ü
Durante
il precedente Governo sono stati emanati due Decreti governativi (il 277/98 ed
il 146/99) che hanno stabilito i requisiti per il rilascio delle licenze di
trasporto ferroviario: in base a queste norme, nelle quali manca qualsiasi
riferimento o tutela per il fattore lavoro e le problematiche ad esso connesse,
(tra le quali, in primo luogo, quelle volte ad evitare che la concorrenza,
innescata dal rilascio di licenze di trasporto, operasse esclusivamente sul
fattore lavoro attraverso una rincorsa al ribasso dei salari e delle garanzie)
sono state assegnate licenze di trasporto ferroviario ad una ventina di imprese
nazionali, di cui almeno sette in possesso del prescritto certificato di
sicurezza e perciò operative. ü
Va
sottolineato che RFI, soggetto regolatore, molto spesso ha favorito
l’operatività di alcune imprese ferroviarie ignorando norme che essa stessa
aveva poco prima emanato. Questo è il chiaro segnale di una volontà politica
di favorire a qualunque costo la deregulation e il processo di liberalizzazione. ü
Queste
azioni sono state e continuano ad essere attuate, nel nostro Paese (nonostante
puntuali e precisi impegni assunti dal precedente Governo - con l’accordo del
8 giugno 2000 e nel Piano Generale dei Trasporti - e dall’attuale
Esecutivo - con gli accordi del 3 e 10 ottobre 2001) in assenza di quella
auspicata e, ancor oggi necessaria, “clausola sociale” che,
obbligando tutte le imprese ad applicare un unico contratto nazionale di lavoro,
assicuri i lavoratori del settore dal rischio del cosiddetto dumping
contrattuale, configurabile quando le condizioni e le tutele del lavoro sono
lasciate al libero arbitrio delle imprese ed alla incontrollata concorrenza del
mercato. In tale situazione si corre il rischio che la definizione di
qualsivoglia norma contrattuale collettiva di lavoro nell’ambito del settore
delle ferrovie, ancorché straordinariamente riduttiva delle garanzie, dei
salari, delle certezze risulti poi insufficiente
e dunque inefficace in una sorta di incessante spirale involutiva. Ecco dunque
che, a monte, in una logica di obbligatorietà per le imprese e di efficacia
erga omnes del CCNL, appare sempre più urgente ed improcrastinabile una
preventiva definizione del campo di applicazione del CCNL del sistema
ferroviario. ü
La
necessità di una clausola sociale per via legislativa, mentre il processo di
liberalizzazione senza regole a tutela del lavoro, avviato dal precedente
Governo, viene sospinto in avanti
dal Governo in carica è altresì confermata dalla vicenda che
coinvolge i lavoratori degli appalti per la pulizia ferroviaria,
ove, ancora oggi, l’assenza di un sistema di regole sull’applicazione
del CCNL è fonte di dubbi e problemi per i lavoratori; ü
Tutti gli
impegni assunti in materia di sicurezza
assunti dalle FS e dai governi che si sono succeduti sono stati sostanzialmente
disattesi,
gli unici realizzati sono stati quelli finalizzati alla soppressione dei posti
di lavoro. È necessaria una forte iniziativa sindacale per determinare un’inversione di tendenza e quindi impegnare aziende e Ministero dei Trasporti su: ·
Tecnologie
di sistema che accrescano la sicurezza della circolazione e del lavoro, ·
Certezza
delle risorse e dei tempi di realizzazione, ·
Rigoroso
rispetto della legge 626 per la tutela della sicurezza dei lavoratori.
L’andamento delle trattative con Confindustria,
Agens ed il Gruppo F.S.: ü
Circa due
anni fa iniziammo la trattativa per la stipula del CCNL delle attività
ferroviarie (ricorderete, in precedenza, le vicende legate alla Proposta Gronchi
e all’Accordo del 23 novembre
1999, da noi tenacemente avversato ed oggi da ritenere ormai superato dalla
logica degli eventi: ad esempio in ordine al recupero inflattivo ed alla
condivisione dell’esigenza di una clausola sociale). ü
La
trattativa, a livello nazionale, si è svolta, e tuttora si svolge, su tavoli
separati per volontà dichiarata delle
OO.SS. firmatarie dell’accordo del 23.11.1999
( e recentemente ribadita dal segretario nazionale della Filt-CGIL). Fino
ad oggi, si sono discussi i temi riguardanti: ²
Procedure
per il rinnovo del CCNL
( i meccanismi sono quelli dell’ accordo interconfederale del 23 luglio 1993:
due livelli di contrattazione, l’uno di settore, l’altro, eventuale, di
azienda; valenza quadriennale del CCNL, biennale della parte economica). ²
Relazioni
industriali,
Proposta di Confindustria: prevista la sola informativa come istituto di
carattere generale. Le garanzie ed i diritti sindacali sono ridotti ai minimi
termini (in particolare a quelli di base previsti dallo Statuto dei lavoratori). La posizione dell’Orsa è quella di rafforzare il
ruolo delle RSU e confermare i meccanismi di contrattazione, ivi compresa quella
decentrata. ²
Diritti
(facilitazioni per lavoratori studenti, normativa
per l’esercizio di attività di volontariato, permessi per il recupero
di lavoratori tossicodipendenti e alcooldipendenti, agevolazioni per assistenza
a persone con handicap). ²
Costituzione
e Risoluzione del rapporto di lavoro, Proposta di Confindustria: relativamente al primo aspetto, prevalgono
gli elementi di precarietà e temporaneità del rapporto di lavoro (contratto di
apprendistato:durata da 28 a 48 mesi con retribuzioni al 78-95% -residuale, per
i lavoratori di età inferiore ai
25 anni, elevabili a 29 se laureati o a 32 se disoccupati da oltre un anno –
contratto di fornitura di lavoro temporaneo: cd contratto di lavoro interinale
regolato dalla legge 196/1997 con l’esclusione di alcune lavorazioni in
applicazione dalla legge 448/1999 – contratto Job sharing: lavoro ripartito
– contratto part time come regolato dalla legge 61/2000 - telelavoro). La posizione dell’Orsa è rivolta ad ottenere
l’esclusione dalla fornitura di lavoro interinale anche dell’intera attività
di manovra, mentre Confindustria intenderebbe escludere solo quella dei “Capi
Manovra”. Per quanto attiene alla risoluzione del rapporto di
lavoro, in particolare a seguito di sanzioni disciplinari, Confindustria limita
le garanzie procedimentali alle condizioni minime stabile dall’art. 7 della
legge 300/70. La posizione dell’Orsa è rivolta ad ottenere
certezze e criteri oggettivi sulla stabilità del rapporto di lavoro non
inferiori a quelle attuali confermando la modalità del rapporto di lavoro a
tempo indeterminato come normale e prevalente; per quanto concerne la
risoluzione, la definizione di tempi certi e contenuti per i procedimenti
disciplinari e la revisione della casistica del licenziamento con preavviso. ²
Ferie,
Proposta di Confindustria: 4 settimane corrispondenti a 24 giorni; per coloro
che hanno più di 10 anni di servizio è attribuito un ulteriore periodo di 2
giorni lavorativi; in caso di distribuzione dell’orario su 5 giorni lavorativi
ogni giorno di ferie viene computato per 1.2 (e quindi 5 giorni di assenza dal
lavoro per ferie, corrisponderebbero, in tal caso a 6 giornate di ferie godute);
le ferie hanno carattere continuativo per 18 giorni di calendario ed il periodo
di fruizione delle ferie viene comunicato alle RSU entro marzo di ciascun anno;
l’azienda può disporre ferie collettive (ad es per la chiusura di impianti) per un massimo di 6 giornate lavorative; in caso di malattia
inferiore a 5 gg (due nel caso di ricovero ospedaliero)
le ferie non vengono interrotte. La posizione dell’Orsa è quella di non ridurre gli
attuali periodi di ferie, che non
possono considerarsi fruiti in caso di malattia (anche di un giorno) o
infortunio del dipendente. ²
Festività,
Proposta di Confindustria: non è più considerata festiva la Domenica di
Pasqua. Sono inoltre proposte modifiche alla retribuzione delle festività
coincidenti con il riposo. La posizione dell’Orsa, oltre la richiesta del
Santo Patrono per tutti i dipendenti, chiede la conferma delle festività e del
meccanismo retributivo attualmente in godimento. ²
Malattia,
infortuni,
Proposta di Confindustria: introduzione del comporto mobile e dunque in caso di
superamento di questo, risoluzione del rapporto di lavoro. La posizione dell’Orsa: rigetta la logica del
comporto così come prospettata da Confindustria e ritiene che manchi ogni
garanzia di ricollocamento lavorativo per il personale dell’esercizio ritenuto
inidoneo. ²
Tutela
legale,
Proposta di Confindustria: si intenderebbe coprire con la relativa tutela
soltanto il lavoratore che abbia commesso il fatto attinente al servizio per
colpa lieve. La posizione dell’Orsa: ritiene che la tutela
legale per i fatti commessi nell’espletamento delle attività di servizio
debba essere garantita anche nei casi di colpa grave con l’esclusione del solo
dolo accertato con sentenza. ²
Norme
disciplinari:
Proposta di Confindustria:conferma dell’attuale sistema sanzionatorio. La posizione dell’Orsa: licenziamento per un fatto
che ha provocato gravi danni è, secondo la nostra opinione da abrogare in
quanto palesemente ingiusto: in tal modo viene infatti punita un’azione in
modo infinitamente più grave (licenziamento) rispetto ad un’altra eguale (10
giorni di sospensione) soltanto perché da essa sono scaturiti gravi danni alle
cose. E’ questa una forma sanzionatoria che in concreto punisce non la
condotta bensì l’evento che trascende la volontà del lavoratore.
Sul tema dell’orario di lavoro le posizioni appaiono ancora distanti: La proposta di Confindustria: ·
38 ore settimanali, rispetto alle attuali 36 e 34 (per la
manovra); ·
viene
richiesta l’introduzione di flessibilità (multiperiodalità fino a 12 mesi
nel calcolo delle 38 ore e banda di oscillazione delle prestazioni da un minimo
di 32 ad un massimo di 44 ore senza alcuna forma di compenso economico) non
preventivamente concordata con le RSU; ·
eliminazione
generalizzata dei vincoli previsti dall’attuale normativa e dagli accordi di
settore (in modo tale da incidere anche sulla retribuzione: ad es. abolizione 6
e 7 giorno lavorato per la manutenzione, ecc.); ·
aumento
delle prestazioni lavorative diurne e notturne; ·
introduzione
di nuove flessibilità nella formazione dei turni di lavoro (avvicendati,
cadenzati, orario spezzato-possibilità di spezzare la prestazione giornaliero
con un intervallo di durata fino a tre ore); ·
superamento
delle attuali specifiche disposizioni per il personale di macchina e per il
personale di bordo; ·
Straordinario:
abolizione dello straordinario giornaliero, in cui vece viene proposto lo
straordinario rilevato settimanalmente e computato ogni mese (in pratica, questa
normativa, coniugata con le flessibilità richieste determinerà che fino a
dieci ore giornaliere di prestazione non scatterà la prestazione straordinaria.
In ogni caso il pagamento dello straordinario scatterà solamente allorquando si
supererà l’orario medio settimanale di lavoro, calcolato su mese o su base
multiperiodale: in sostanza, oltre a mancare le certezze in ordine alla durata
della prestazione di turno giornaliero, non verrà corrisposto alcun compenso
per l’attività prestata, in quanto non più straordinaria. Obbligatorietà dello straordinario salvo
giustificati e documentati motivi. Anche relativamente ai quadri, poiché a questi non
si applica la normativa sull’orario di lavoro, viene proposto che non possano
maturare prestazioni straordinarie, ma ogni prestazione si dovrà considerare
compensata dalla retribuzione che sarà loro attribuita. ü
Su
tale impostazione l’Orsa ha ribadito i suoi no, negando ogni possibilità di
aumento dell’orario di lavoro e chiedendo la conferma dei meccanismi di
contrattazione decentrata esistenti.
Secondo l’Orsa il CCNL deve inoltre prevedere il pagamento del
lavoro straordinario anche in occasione di superamento dei limiti giornalieri
previsti dal turno e confermare le norme dell’attuale CCNL FS
sull’obbligatorietà del lavoro straordinario. Scala Classificatoria ü
La scala
classificatoria proposta da Confindustria è strutturata in 8 livelli (da H ad
A) e 11 parametri. La proposta di Confindustria appare già
caratterizzata da: Otto livelli, di cui gli ultimi due riservati
all’area quadri, con una pesante “riconsiderazione” delle attuali
posizioni e la loro ricollocazione in un nuovo, appositamente inventato, livello
(C - direttivi), che altro non è se non l’arretramento di tutti gli
attuali quadri. Successivamente alcune posizioni saranno riapprezzate per essere
funzionalizzate ai livelli B e A. Per le altre categorie, dall’attuale IV area alla
I, c’è una declassazione generalizzata con una compressione verso il basso. La delegazione Orsa ha ritenuto non percorribile tale
impostazione, confermando i contenuti della propria Piattaforma rivendicativa. ü
A
tutt’oggi, siamo ancora in attesa di avere un quadro completo della proposta
contrattuale di Confindustria (in particolare per quanto attiene a: minimi
tabellare, ventaglio parametrale, struttura del salario, ambito di applicazione,
decorrenza e durata, ecc.). ü
L’Orsa rivendica il recupero salariale dovuto all’erosione del
potere d’acquisto delle retribuzioni, fortemente ridotte in termini reali in
questi ultimi anni. Infatti tale trattamento è stato riconosciuto in occasione
dei rispettivi rinnovi contrattuali ai lavoratori degli altri settori; non è
comprensibile per quale motivo tale diritto debba essere negato ai ferrovieri. Inoltre in ordine alla struttura del salario nel
contratto di sistema l’Orsa ritiene indispensabile che essa includa il salario
professionale con preciso riferimento agli attuali importi delle indennità di
utilizzazione e indennità quadri salvo il rinvio per la loro rivalutazione al
contratto aziendale.
|