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Roma, 16 febbraio 2001                                                                                                                                                             COMUNICATO n. 37

“Bersani alimenta il malessere dei ferrovieri”

Il Ministro Bersani, che finora è stato passivo nella vertenza contrattuale dei ferrovieri, rischia di scivolare sulla classica buccia di banana, dal momento che egli porta sulle sue spalle buona parte della responsabilità per l’avvitamento subìto dalla trattativa per il CCNL delle attività ferroviarie”.

E’ questo il commento di Armando Romeo, Segretario Nazionale dell’OR.S.A. all’intervento del Ministro dei Trasporti sugli scioperi ferroviari.

“Il Ministro non può rifugiarsi dietro un improbabile intervento della Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici, perché a sei mesi di distanza dagli impegni assunti a nome del Governo, alcuno di questi impegni è stato mantenuto ed anzi c’è stata, da parte sua, una fuga dalle proprie responsabilità.

L’OR.S.A. -ha aggiunto Romeo- per ben due volte, in novembre e dicembre, ha rinviato lo sciopero della categoria confidando nella responsabilità che dovrebbe guidare il comportamento di tutte le parti in causa, ma il CCNL non si fa a chiacchiere e, tanto meno, evitando di affrontare i veri nodi della vertenza e tentando, maldestramente,  di mettere il bavaglio ai lavoratori”.

Resta dunque ferma e decisa la protesta dei ferrovieri dalle ore 21.00 di sabato alle ore 21.00 di domenica che si effettuerà senza la garanzia dei servizi minimi così come è previsto dalla normativa in vigore. A tal riguardo, l’OR.S.A. ritiene velleitario il programma annunciato dalle FS secondo cui durante la fase dello sciopero sarebbe in grado di far circolare il 48% dei convogli previsti in orario e considera tale informazione fuorviante perché ingenera tra i viaggiatori aspettative che saranno puntualmente smentite dalla realtà. Questo atteggiamento è censurabile perché è fonte di caos e di disagi dei quali alle FS dovranno accollarsi ogni responsabilità.

 

La Segreteria Generale