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La
verità, alla lunga, riemerge! 01°
ottobre 2000.
Questa data era stata indicata, con non poca enfasi, quale inizio
dell’attività della new-co italo-svizzera “Cargo SI”, la società
di profilo internazionale che avrebbe dovuto imporsi anche sui mercati
esteri nel trasporto delle merci su ferrovia. Questo giorno non ha segnato
l’avvio di quanto preannunciato ma, probabilmente, la fine di
un’operazione d’immagine mal postulata e smerciata in modo peggiore.
Nel frattempo, sono emerse amare verità! Primo. La Commissione della UE ha chiesto chiarimenti e delucidazioni al Governo italiano per sospetta concentrazione monopolistica nel trasporto ferroviario delle merci. Secondo. La SBB (la società svizzera interessata alla costituenda Cargo SI) ha esaminato attentamente le carte prodotte dalla Divisione Cargo delle FS ed ha scoperto che i conti presentati sono sbagliati in eccesso. Fuor di metafora, la società svizzera ha contestato
i conti del piano industriale presentato da Bussolo al momento
dell’accordo internazionale ratificato alla presenza dei due Ministri
dei Trasporti italiano e svizzero. Accordo che ora, alla luce di queste
evidenze, viene rimesso in discussione. C’è dell'altro! La SBB, nel frattempo, ha stretto
una nuova alleanza con l’altra società ferroviaria della Svizzera, la
FFS, la quale è già legata alla società tedesca DB per il segmento
merci. Questi fatti, a parte lo smacco che ne riceve la
Società FS e con essa il Paese agli occhi della comunità europea e con i
possibili patners stranieri, costituiscono la prova provata del fallimento
del progetto presentato. E pensare che a questo progetto avevano (seppure
in forma segreta) dato preventivo assenso i sindacati confederali. Vi
ricordate la famosa lettera di Bussolo a Cimoli con la quale si dava
comunicazione che l’operazione societaria aveva avuto l’approvazione
di “Tizio, Caio e Sempronio” (in rappresentanza di
FILT-FIT-UILT) e quindi si poteva tranquillamente procedere? Vi ricordate
l’imbarazzo degli interessati e la successiva rincorsa per salvare la
faccia con la messa in scena culminata con il verbale d’accordo del
10.03.2000?. Se l’operazione non ha avuto successo, allora i
soggetti (tutti i soggetti) che tale operazione hanno avallato dovrebbero
trarne le doverose conseguenze. In una seria competizione sindacale i lavoratori
debbono valutare anche sulla base di queste verità! L’OR.S.A. non avallò
l’operazione anzi la contestò con ampia e pubblica documentazione (ricordate
le puntualizzazioni fatte da Demattè prontamente confutate dall’OR.S.A.
sugli organi di stampa?). Ora i fatti confermano tutte le nostre motivate obiezioni. Roma, 18 ottobre 2000 La Segreteria Generale |