Roma, 11 luglio 2006

Prot. n.° 91/S.G./OR.S.A.

 

Presidente del Consiglio dei Ministri

On. Romano Prodi

 

Ministro dell’Economia

On. Tommaso Padoa Schioppa

 

Ministro dei Trasporti

On. Alessandro Bianchi

 

Ministro per le attività produttive

On. Pierluigi Bersani

 

Oggetto: Situazione imprenditoriale e gestionale delle Ferrovie dello Stato

 

La grave situazione gestionale ed imprenditoriale in cui versa la principale Società di trasporto ferroviario del nostro Paese, Ferrovie dello Stato, è fonte di preoccupazione per i lavoratori che vi operano e, se gli interventi non saranno immediati ed adeguati, effetti disastrosi saranno presto avvertiti dalla intera collettività.

Se dal punto di vista gestionale infatti il deficit, malgrado le rassicurazioni, alla resa dei fatti fumose, dell’Amministratore delegato Ing. Catania, ammonta a 1,8 milioni di euro (dato annuo tendenziale 2006), nessuno spiraglio appare plausibilmente aprirsi sotto il profilo imprenditoriale, di recupero di spazi di mercato del trasporto. Al contrario si affacciano sempre più concretamente le ipotesi di ridimensionamento se non “chiusura” di servizi, in un contesto di confusionaria assenza di strategia e pianificazione industriale.

In proposito occorre inoltre evidenziare che i pesanti tagli sui trasferimenti in conto esercizio di 580 milioni di euro, operati dalla finanziaria conto 2006, non sono minimamente compensati dalla previsione di 1.8 miliardi di euro previsti dal DPEF in corso di approvazione per le ferrovie. Per la verità non sono neanche sufficienti alla copertura del fabbisogno per gli investimenti infrastrutturali.

Occorre invece che i corrispettivi ai servizi resi da Trenitalia trovino un riscontro oggettivo e che dunque vengano ripristinati i contratti di servizio a fronte delle prestazioni che la Società di trasporto continua a rendere, al fine di evitare interventi sul capitale sociale.

Sempre sul versante delle spese, è quanto meno paradossale che managers, tutt’altro che capaci e finanche incoscienti, al punto da plaudere alle scellerate scelte governative operate, dopo aver incamerato fior di milioni di euro per la gestione fallimentare realizzata, possano ora avanzare pretese economiche per una lauta “buonuscita”.

Abbiamo avuto modo di apprendere delle richieste, in tal senso, dell’Ing Catania, per il “modesto” importo di circa 9 milioni di euro di liquidazione. Un premio per il deficit spaventoso cagionato?

Per non tacere della liquidazione del predecessore dell’ing. Catania, Ing. Cimoli, pari a 6.7 milioni di euro, anche quest’ultimo autore di performances non certo brillanti sotto il profilo economico-imprenditoriale, ancorché capace di far quadrare i conti in un bilancio ….totalmente “sbilanciato”.

Alla collettività spetterebbe invece un vero e proprio risarcimento del danno subito a causa delle incapacità gestionali ed imprenditoriali sopra evidenziate, e per il consistente depauperamento per quantità  e qualità del servizio ferroviario, in termini di puntualità, regolarità, sicurezza; mentre i lavoratori debbono, loro malgrado continuare ad assistere al malcostume di un top managment che viene e va da una gestione all’altra in cambio di miliardari compensi e senza un briciolo di responsabilità per i danni prodotti, spesso irreversibili. Top managment il quale, piuttosto che impegnato in un’attività proficua  per l’impresa, appare più preoccupato di esercitare un arbitrario potere disciplinare, contro i lavoratori, culminato nel licenziamento di chi ha “reclamato”  sicurezza per sè e per la collettività.

Occorre poi un preciso assetto sul versante delle regole (clausole sociali) a tutela del lavoro nel settore ferroviario, assoggettato ad una liberalizzazione che in tal modo realizza evidenti ed insostenibili fenomeni di dumping sociale, tali da incidere sulla stessa efficienza e sicurezza del servizio ferroviario.

In questo quadro, ci auspichiamo dunque un urgente intervento governativo che ponga rimedio alla situazione di crescente degrado descritta, augurandoci che le azioni conseguenti non vengano a gravare, ancora una volta, sulla forza lavoro, già fortemente penalizzata in termini occupazionali e mortificata sotto il profilo delle professionalità, da scelte ed azioni negative e sbagliate. I lavoratori ed il sindacato tutto si opporranno con vigore e convinzione ad ipotesi  d’interventi ulteriori sulla forza lavoro, a disegni di riorganizzazione dell’impresa tali da alterarne la consistenza, ad accelerazioni sul versante delle liberalizzazioni in assenza di regole chiare e precise.

Ora, per dare senso compiuto alla scelta annunciata da codesto Governo , di interloquire con le forze sociali sulle problematiche delle varie categorie, anche al fine di esplicitare le situazioni che attengono alla sicurezza del lavoro e a quella ferroviaria, ivi compresa la richiesta reiterata di revocare i licenziamenti inflitti a lavoratori delle Ferrovie che a vario titolo e con diverse modalità, hanno tutelato se stessi e la collettività denunciando incombenti e urgenti problemi di sicurezza, attendiamo che codesto Governo apra un tavolo di confronto con la scrivente Organizzazione Sindacale.

 

Si porgono distinti saluti.

Il Segretario Generale

  (Armando Romeo)