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Svendono tutto per “quattro baiocchi”

L’accordo siglato il giorno 23.10.2000 da F.S. spa con FILT-FIT-UILT-UGL (ed altre sigle minori) costituisce l’ennesimo, grave, segnale di disinteresse per il mondo del lavoro, di cui, almeno “i soggetti” di parte sindacale, dovrebbero rappresentare le istanze.

Noncuranti (per non dire disinvoltamente disinteressati) del fatto che FS spa sta perpetrando “licenziamenti” veri e propri mascherati da fittizie (e coattive) dimissioni ai danni di alcuni colleghi ferrovieri, in occasione del loro passaggio da FS-spa a Trenitalia spa, i “partecipanti” all’accordo del 23 u.s. hanno svenduto le modalità ed i contenuti per l’accesso al mercato del lavoro in F.S.  per i soliti miseri “quattro baiocchi”.

Dunque, l’accesso dei futuri ferrovieri, secondo tale l’iniquo accordo (peggiorativo persino rispetto alle precedenti proposte presentate dall’azienda nel corso degli incontri con l’OR.S.A. e da questa recisamente respinte) avviene nel più profondo disagio umano, economico ed in condizioni di estrema precarietà.

Appare sin troppo agevole, ad un semplice calcolo aritmetico,  verificare come al giovane apprendista venga attribuito il corrispettivo di lavoro pari al 70% (primo anno) di un salario ridotto ai minimi termini, in quanto composto esclusivamente da stipendio iniziale, indennità integrativa speciale e salario di posizione organizzativa/professionale.

In tal modo, ad esempio, un tirocinante operaio, assistente (o, di altri profili dell’attuale terzo livello iniziale) secondo l’accordo sopra citato,  è assunto alla retribuzione di circa 1.500.000 lire lorde mensili (si sottolinea lorde !). Per di più il tirocinante, per ben quattro anni, è totalmente assoggettato all’arbitrio di qualsiasi soggetto possa incidere sulla sua riconferma e/o idoneità (come dire che, ai tirocinanti non soltanto è fatto assoluto divieto di scioperare, ma addirittura di esprimere le proprie opinioni se dissenzienti o critiche).

Infatti, il tirocinante, non gode di alcuna garanzia oggettiva di conferma sino all’ultimo giorno della sua attività formativa. Anche in questo si denota la grave carenza dell’accordo del 23 ottobre.

E’ una grave ipoteca sul futuro della categoria, e dei lavoratori in generale, che riteniamo profondamente sbagliato ed ingiusto barattare per un “Premio di risultato” che le FS avrebbero dovuto corrispondere ai ferrovieri, quale obbligo derivante dall’applicazione del vigente CCNL, già dallo scorso mese di maggio.

Tanto più grave lo scambio appare, ove si consideri altresì la “sceneggiata" architettata dai sottoscrittori di quest’accordo per il paventato “riassetto produttivo” (leggi: chiusura) di Officine Grandi Riparazioni poi però barattata con lo stesso accordo.

Queste sono le ragioni per cui l’OR.S.A. non si è prestata al gioco!

L’OR.S.A. non ha ceduto alle pressioni aziendali e di Confindustria miranti alla realizzazione di “scambi in perdita” come quelli previsti dal più generale accordo peggiorativo delle condizioni di lavoro che s’intenderebbe imporre con il nuovo CCNL.

Roma, 25 ottobre 2000                                                                           L’OR.S.A.